Ogni giorno, la cronaca, ci racconta di vite spezzate all’interno delle mura domestiche, per mano di persone insospettabili: partner, amici, parenti, vicini di casa, colleghi.
Secondo un recente studio dell’Eures 2012, in Italia, un omicidio su cinque viene consumato fra le mura domestiche, ad opera di coniugi, le cui vittime solitamente sono le donne.
Uomini “normali”, persone spesso incensurate, senza particolari traumi infantili.
FEMMINICIDIO
Con questo termine si indica ogni atto rivolto verso la donna, assoggettata fisicamente e psicologicamente, che abbia come finalità l’annientamento della sua dignità ed identità.
I FATTORI DI RISCHIO
Fra i principali, rientrano la LA CULTURA DEL POSSESSO E DELLA VIOLENZA, secondo cui la persona è vista come un OGGETTO da soggiogare.
ANCHE LA SOCIETA’ FA LA SUA PARTE
Sempre più dilagante, all’interno della nostra società, è la diffusione di DISVALORI, che possono ostacolare lo sviluppo di PERSONALITA’ capaci di modulare le emozioni negative, di reggere frustrazioni, senza crollare davanti ai fallimenti ed alla separazione dalla persona con cui stiamo.
Là dove non ha avuto modo di svilupparsi una PERSONALITA’ SICURA, la fine di una relazione, viene spesso vissuta come minaccia di ABBANDONO e di ANNIENTAMENTO.
Un momento ad ALTO RISCHIO che, potrebbe degenerare nel crollo psicologico, che spesso porta alla realizzazione dei tragici epiloghi di cronaca che, sempre più, riempiono le pagine dei giornali.
LA RADICE DEL FENOMENO
Spesso, alla base del femminicidio, c’è quello che gli psicologi chiamano ANALFABETISMO PSICOLOGICO.
Una forma di ignoranza del FUNZIONAMENTO DEL MONDO INTERIORE, che di frequente sfocia, nei momenti di incomprensione con l’altro, in modalità “MALATE”, in cui, per soddisfare i propri bisogni, si CALPESTANO quelli dell’altro.
Ecco che nella relazione c’è spazio solamente per il DOMINANTE, che porta avanti una lotta continua all’IMPOSIZIONE SULL’ALTRO.
UNA SCONFITTA PER LA SOCIETA’
La violenza sulle donne, è una sconfitta per l’intera società!
Nella nostra CULTURA è sempre più difficile instaurare RELAZIONI SANE, in cui non ci sia spazio per la SOTTOMISSIONE dell’altro, ma il RISPETTO RECIPROCO.
COSA POSSIAMO FARE
Passaggio obbligatorio, per sviluppare le COMPETENZE PSICOLOGICHE e RELAZIONALI nell’incontro con l’altro, ha a che fare con un lavoro sulle proprie FERITE NARCISISTICHE , volto al superamento di pensieri DISADATTIVI SU DI SE’, sul PROPRIO VALORE, ed all’apprendimento del volersi bene.
Si, VOLERSI BENE, perché chi non si ama, non rispetta se stesso, non crede di ESSERE DEGNO, difficilmente riesce a riconoscere il valore dell’altra persona e a credere che possa provare amore per noi.
E così nella relazione, viene a crearsi un vuoto incolmabile, in cui c’è posto solamente per la PREVARICAZIONE SULL’ALTRO, IL POSSESSO, IL CONTROLLO, talmente profonde sono le ferite che non ci permettono di dare FIDUCIA ALL’ALTRO.
La persona che non riesce a sviluppare una PERSONALITA’ SICURA, tende, spesso, a rapportarsi nelle sue relazioni in maniera tirannica.
L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE
Il funzionamento della psiche, con le sue fragilità e potenzialità e con le sue emozioni, dovrebbe essere insegnato fin dalla tenera età e trovare uno spazio privilegiato nella didattica della scuola.
Solamente così, possiamo sperare che le generazioni future possano farsi motore di cambiamento e portatrici di civiltà, competenze relazionali e rispetto delle diversità.
PERCHE’ HA ANCORA SENSO LA FESTA DELL’8 MARZO
Non è mai abbastanza ricordare che le donne hanno PARI DIGNITA’, un’occasione, quella della GIORNATA DELLA DONNA, per sostenere non solamente il SUO VALORE, ma l’importanza dei diritti di ciascun essere umano.
Un passo in più, in un cammino ancora lungo, verso il rispetto della soggettività di ogni essere vivente.
PHOTO: AlexOHara